2021, antiTHeSi una nuova direzione?
Il 2021 è l’anno della prematura scomparsa del Sandro Lazier direttore e fondatore della rivista con Paolo G.L. Ferrara. Da maggio del 2021 la rivista online ha come direttore Antonino Saggio.
Direttore: Antonino Saggio
Vicedirettore: Paolo G. L. Ferrara
Redazione: Enzo Mastrangelo e Milena Lazier
Perché nasce antiTHeSi?
L’idea di pubblicare testi di critica dell’architettura nasce prima di questa data (28 febbraio 2000), raccogliendo una serie di articoli di Paolo G.L. Ferrara e miei che erano apparsi, sull’onda della New Economy, su un portale diffuso su internet. Tra le varie sezioni, se ne prevedeva una per l’architettura, che ebbe scarsi risultati. Nel gennaio 2000, questi articoli di critica dell’architettura trovavano nuova collocazione in antiTHeSi, un sito specifico dedicato allo scopo.
AntiTHeSi nasce dalla possibilità, soprattutto economica, di potersi emancipare dalle sponsorizzazioni pubblicitarie che soffocano le tradizionali riviste d’architettura, ovviamente condizionandone la libertà di giudizio. Il suo scopo è di favorire lo scambio culturale e, in particolare, il confronto delle idee. Partendo dichiaratamente da una posizione zeviana.
Da dove deriva il nome antiTHeSi?
Dalla classica dialettica hegeliana dove l’antitesi dovrebbe sempre determinare una sintesi, cosa che in realtà avviene raramente. Quasi sempre l’esito della dialettica si risolve in un compromesso.
Perché l’h?
Il dominio antitesi era già registrato per cui aggiungendo l’h [antiT(H)eSi] s’è trovato lo spazio libero.
Il nome è frutto di un incespicare nella rete?
Sì. L’antitesi, nella dialettica classica, si pone contro qualsiasi tesi. Noi crediamo che non vi siano regole per l’architettura e tutte quelle teorie che contengono regole per noi siano sbagliate. Zevi aveva proposto delle regole per leggere l’architettura, non sicuramente per scriverla. Questo è il punto chiave del nostro atteggiamento. Noi non proponiamo teorie ma mettiamo in discussione quelle che ci sono, perché secondo noi tutte le teorie, in architettura, hanno grossi limiti.
«Manca alla nostra critica spregiudicatezza e coraggio. Abbondano i filologi e i conoscitori, ma scarseggiano i critici e perciò prevale il conformismo, l’ossequio per i giudizi formati e autorevoli, l’analisi fredda, evasiva, inarticolata aliena dal rivivere l’impeto dell’immaginazione creatrice.»_ Bruno Zevi
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