Credo che, oggi, a vent’anni dalla morte, Bruno Zevi sarebbe sicuramente stupito della sua attualità, ma soprattutto dell’inattualità della condizione dell’architettura di questo paese che ultimamente vede sparire capolavori dell’intelligenza per essere sostituiti con la mediocrità più comune e banale.Inizio la riflessione, molto immodestamente, riprendendo un commento scritto di recente sul mio profilo Facebook:«1998. Scrissi…
(Continua)
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