—-> Qui il filmato con l’illustrazione del progetto
Fresca fresca di settimana ci arriva notizia della boutade che vedete nellimmagine qui sopra.
Si tratta dei lavori di ‘valorizzazione’ della Rocca Brancaleone, quattrocentesca fortezza ravennate utilizzata come luogo pubblico. Un rudere importante ed imponente, che fu salvato dallabbandono e dal decadimento quando fu acquistato, nel 1965, dal comune di Ravenna e successivamente riadattato con restauri e rimaneggiamenti, fino alla destinazione attuale ad uso di giardino e teatro allaperto.
Ora si sarebbe deciso di coprire il grande spazio centrale dove attualmente c il teatro con una sorta di telarium, alla maniera dei romani, sostenuto perimetralmente da impalcature in ferro che dovrebbero ricordare le fattezze originali dellintero edificio.
Se ricordate, gi ci fu un concorso per la copertura dellArena di Verona che vide persino un vincitore, gli studi tedeschi SBP (Schlaich Bergermann Partner, Stoccarda) e GMP (Architects von Gerkan, Marg und Partners, Berlino); ma in seguito arriv la bocciatura: Bocciato dalla Soprintendenza archeologica il progetto del ‘tetto’ dell’anfiteatro. Il sindaco di Verona: Snaturare questo gioiello sarebbe stata una ferita non solo all’arena ma anche all’intera piazza. Ovviamente non mancarono le polemiche e, conoscendo lavversione dei soprintendenti per libridazione contemporanea dei contesti storici, si cap subito che tutto sarebbe finito in nulla, malgrado la discreta qualit del progetto. Ovviamente, non furono ininfluenti le sguaiate minacce del solito Sgarbi e compagni di merende.
Passano gli anni ma le idee, soprattutto quando non sono mai del tutto nuove, ritornano.
Dice Antonio De Rosa, sovrintendente del Ravenna Festival: Il nuovo velario di copertura e una platea di 1500 posti consentiranno di programmare nella nuova Rocca spettacoli di musica, teatro e danza impreziositi dalla suggestione del sito recuperato nella originaria imponenza architettonica.
Aggiunge il sindaco Michele de Pascale: Per lamministrazione comunale la valorizzazione della Rocca unoperazione assolutamente strategica. Si tratta di uno dei luoghi del cuore di moltissimi ravennati, con enormi potenzialit: come polo di aggregazione per la cittadinanza, attrattore turistico e contenitore di spettacoli di caratura nazionale e internazionale.
Per finire, il soprintendente Giorgio Cozzolino: Il progetto, sviluppato in un eccellente clima di collaborazione dai tecnici di Soprintendenza e Comune di Ravenna, mi pare che abbia saputo cogliere in maniera originale proprio la valenza cos particolare di questo luogo.
Sulla base di queste premesse istituzionali si d quindi il via alla progettazione dun intervento che dovrebbe essere capace di rispondere adeguatamente a queste nuove indubitabili pretese.
Vista limportanza del cantiere (8 milioni di euro non sono uno scherzo) ci si aspetterebbe la promozione di un bel concorso per selezionare qualcuno che, per cultura, esperienza e dote, potesse dare risposte in tema e con un livello superlativo. Tema difficile ma non impossibile, da affrontare senza negare a priori a qualcuno la possibilit di poterci provare, come sicuramente, invece, vorrebbe la solita compagnia degli intellettuali prt–porter.
Ma non andata cos. Tra i vari articoli che ne danno notizia, nessuno cita gli autori del progetto, segno che il medesimo devessere stato concepito e sviluppato allinterno degli uffici tecnici del comune, con la consulenza del provveditorato il quale, non si limiterebbe a fare il giudice, ma diventerebbe imputato egli stesso.
Gli uffici tecnici, cresciuti e formati per limitare le esuberanze dei progettisti e del mercato immobiliare, diventano a loro volta progettisti con il limite che lesuberanza, loro, se la limitano da soli. Ovviamente, se si tratta larchitettura come se fosse una partita di patate, il tornaconto direbbe che i tuberi conviene coltivarseli in casa, senza badare troppo al gusto e ai risultati, per il semplice fatto che, se comunque un qualsiasi progetto sarebbe tenuto a passare il filtro delle istituzioni, una volta stabilita la bont dellidea e della soluzione, tanto varrebbe farlo fare alle stesse istituzioni. Questo, purtroppo, ci che sempre pi spesso avviene: non capire che il limite dellarchitettura sta proprio nella presunzione dessere realizzazione solo dunidea e non dun progetto, nel senso che solo il progetto nel suo farsi e realizzarsi tramite un linguaggio pu definire la dimensione e la la cifra del risultato. Ora, io non escludo che allinterno delle pubbliche amministrazioni ci siano soggetti capaci dun linguaggio autonomo e magistrale, tanto da poter competere con le migliori menti della cultura contemporanea. Credo nondimeno che, se tali persone esistessero, non sarebbero ignote alla pubblicistica di settore ma, nel caso del comune di Ravenna, non ho notizie in tal senso.
Nemmeno ho notizie di qualche protagonista contemporaneo, della professione o della cultura, chiamato come consulente per cercare di orientare il progetto su binari di seria eccellenza. Pare che, invece, tutto sia stato cucinato in casa, fottendosene di concorsi, appalti e altre sciagurate scartoffie legislative. Sono sicuro: mi diranno che formalmente tutto funziona perfettamente, ma quello che io contesto non la rotta ma il punto dapprodo.
Diciamo subito che la qualit del progetto darchitettura, a meno che non si vogliano arruolare nella categoria anche le stravaganze del burlesque, in questo caso non esiste proprio. Ovviamente non parlo di tecnica costruttiva ma di architettura, distinguendo e ammirando le capacit balistiche di ingegneri e tecnici nel riproporre in un modo ingenuamente palese le forme antiche originarie. Per dico banale perch, se questa era lidea condivisa dalla soprintendenza, pur essendo di per s gi profondamente banale questa ispirazione, esistevano centinaia di modi elegantemente allusivi per ridare lidea dello spazio coinvolto in origine.
Capisco che per il pubblico di bocca buona una visione scenografica e fumettistica dellarchitettura possa raggiungere una maggiore dimensione ricettiva, ma se la rincorsa del consenso popolare non risparmia neppure le occasioni pi alte di rivelazione dellintelligenza umana, abbandonando del tutto il valore pedagogico e formativo delle coscienze, non ci possiamo pi stupire della deriva fascista e populista che proprio sulla cifra pittoresca dei valori della storia regge il suo arbitrio. E trovo rivoltante che cinque degli otto milioni necessari per realizzare questa oscenit culturale vengano proprio dal Ministero di quella cultura che prima ancora dessere tutelata andrebbe promossa. Due sono gli aspetti fondanti di una cultura moderna ed evoluta: bisogna averla, conservandola e trasmettendola con le istituzioni scolastiche e ministeriali; ma bisogna soprattutto realizzarla, attingendo dal mondo libero dellarte e della poesia architettonica, in cui la libert dai pregiudizi storici e accademici dote essenziale. Nella lista delle pi prestigiose personalit dellarchitettura, infatti, pochissime sono quelle appartenenti e provenienti dal mondo accademico e, tra queste poche, in maggioranza sono quelle che hanno mediato e sottomesso la loro creativit al pregiudizio storicistico o ideologico. Questo il motivo per cui una caricatura del passato, come questo progetto rappresenta, pu trovare ascolto anche tra chi siede su cattedre importanti, convincendo un ministero, sulla cui buona fede non ho motivo di dubitare, a finanziare unopera di cui il ministro Franceschini non credo conosca lindubbia inconsistenza architettonica.