Categorie
Arte e Dintorni Controrivista

Lotta per l’arte lotta per la bellezza 

A proposito della chiusura dell’Atelier dell’Arte a Castel di Tusa  Fondazione Fiumara d’arte

Le sole battaglie che nella vita si devono fare sono quelle per la vita o per la morte. Non bisogna disperdersi in piccole querelle quotidiane. L’abusino, il condominio, il vicino che a pezzo a pezzo si prende il giardino, per non parlare delle marachelle accademiche: lascia perdere, Nino. E così ho fatto. Grandi battaglie in vita mia una sola ne feci. Ed era per la vita e per la morte. E una volta forse ve la racconterò. Ma un mio gradissimo amico, lui sì che ha fatto di tutta la sua esistenza una battaglia. Non per sé, ma veramente per la bellezza, per il ruolo educativo, vogliamo dire salvifico?, dell’arte. Si chiama Antonio. Da ragazzo cominciò a fare grandi opere di enormi artisti. Monumenti di land art. Sapete che ficiro?. Lo denunciarono e gli fecero la guerra per due decenni e e mizzo. Cause, contro cause, blocchi. Se non mi sbaglio pure in galera finì, o quasi. E a me mi ricorda quello che scrisse Aldo Capitini, il gradnissimo filosofo cattolico e pacifista. Vado a  memoria:  “Se la polizia non è mai entrata in casa tua, fatti delle domande”. Antonio dopo trent’anni la lotta l’ha vinta. E le opere che tutte a sue spese ha costruito sono diventate patrimonio della regione Sicilia, Fiumara d’arte si chiama. Parallelamente Antonio aveva creato una comune di artisti. Grandi artisti intendiamoci a cominciare dalla a me carissima Maria (Lai) e poi Staccioli, Mochetti, Ceroli, Nagasawa, Mainofli e poeti come Consoli e scrittori  e altri. Questa comune si era insediata in un albergo in vendita e che facevano lì tutti insieme?. Trasformavano le camere dell’albergo – per altro in posizione meravigliosa – sulla spiaggia di un’ansa magica vicino Cefalù –  in una stanza d’arte. Una cosa da non credere (una stanza più bella dell’altra ) . Una che era come una zattera sul mare, una era in una sorta di torre che aveva, sopra il letto circolare e ruotante, il tetto che si apriva per vedere le stelle. Una tutta in terracotta con un letto sospeso nell’aria contro il mare, un’altra con i segni della scrittura da quelli delle grotte al codice binario,  un’altra in alluminio, da una parte argentato e da un’altra brunato, con una fonte-vasca vicino al balcone: i portatori d’acqua. Dava fastidio la cosa e una bomba gli fecero scoppiare. Niente, Antonio continua. Negli anni la comune di artisti si trasforma in Albergo Atelier dell’arte. Con grandi sale con opere di arte contemporanea splendide e poi le camere che si affittano per finanziare altre opera sociali come quelle nel quartiere di Librino, la città satellite di Tange e del mio amico Giacomo Leone a Catania. Ieri su tutta la sula stampa esce la notizia. Antonio Presti chiude l’albergo. Dopo trent’anni i Nas si svegliano e dicono “E commè in questa stanza – quella della zattera – unnè il bagno ? E che fu che il cesso è aperto sulla stanza? Ammenda. E qui? E commè che si entra da un cuniculo e l’uscita di sicurezza?. Multa. Aggiustate tutte cose!”. Dopo trent’anni. Antonio che è anima linda e mecenate imprenditore va al Comune di Tusa e gli dice e va beh aggiustiamo l’agguistabile. Le camere d’arte fuori norma non le diamo come camere e rimangono come installazioni. Niente. Allora Antonio ci pensa e che fa?. E io mi faccio distruggere da questi?. No, io rilancio. Comincia non solo a chiudere l’albergo nella pienezza della stagione – una risorsa di valore internazionale in un territorio che vi si alimentava anche economicamente – ma, pezzo a pezzo lo smonta. Le gigantografie del fotografo amico che ritraeva i ragazzi e le ragazze del posto, a una a una le taglia e le regala ai ragazzi diventati nel frattempo adulti. La stupenda pergola sul mare? Via, smontata. Il cavallo d’acciaio sul lungo mare. Via in viaggio – alato ? – verso Librino.

Ti attaccano ? Devi rilanciare e usare la violenza dell’avversario per farlo ribaltare nella sua stessa perfidia. Antonio è zen, ma è un combattente come nessuno. Coraggioso, intelligentissimo, disinteressato quindi grande. Io gli voglio anche bene e quindi sono con lui, imparo, inalo da lui. Ho un piccolo gruppo di amici giovani si chiama SicilyLab che già nel passato tante cose ha fatto con Fiumara. E altre ne faremo, questo certissimo è.

in copertina maria lai, castel di tusa

image_pdfSalva in PDF

2 risposte su “Lotta per l’arte lotta per la bellezza ”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *