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‘Ed io che sono Carletto l’ho fatta nel letto…’

Qualche lettore ricorderà il mitico presentatore tv Corrado che, nel 1982, cantò la canzone “Ed io che sono Carletto per fare un dispetto l’ho fatta nel letto di mamma e papà…”.
Bene, il Carletto internazionale, alias Carlo d’Inghilterra, sembra averla fatta nel letto delle archistars. Vero è che, allorquando sente parlare di “modernità” gli si rizzano i capelli, ma il più è che quello di Carlo d’Inghilterra non è un “dispetto” ma, e più semplicemente, assurdo ostracismo per tutto ciò che non fa il verso alla classicità architettonica.
Beh, Piano, Rogers, Hadid, Herzog hanno rimproverato ben bene il Carletto…
Riportiamo integralmente l’articolo tratto dal sito web di “Il Giornale”. La Redazione _________________________________________________________

Gli architetti più famosi del mondo dichiarano guerra a Carlo d’Inghilterra. In una lettera pubblicata ieri dal Sunday Times, il fior fiore dell’architettura internazionale critica duramente il comportamento dell’erede al trono, reo di aver utilizzato la sua posizione privilegiata per bloccare il progetto di un modernissimo e lussuoso complesso immobiliare in una delle zone più prestigiose di Londra.
La struttura avrebbe dovuto essere realizzata su un terreno adiacente al Royal Chelsea Hospital di proprietà della famiglia reale del Qatar a cura del famoso architetto Richard Rogers. Inizialmente si trattava di un progetto ambizioso e futuristico, tutto all’insegna di vetro e acciaio. Dopo le ingerenze di Carlo i proprietari del sito hanno sposato un disegno più tradizionale, mattoncini rossi e pietra. Un edificio insomma, molto più consono a quello confinante, il vecchio Royal Hospital, come il primogenito della Regina voleva da sempre.
Non è la prima volta che Carlo, con le sue dichiarazioni pubbliche di ostilità nei confronti dell’architettura moderna, pesta i piedi ai professionisti del settore. Ora però questi ultimi hanno deciso di affrontare direttamente la questione. Così, in una lettera firmata tra gli altri da Renzo Piano, Jacques Herzog, Pierre de Meuron, Lord Foster e Zaha Hadid, gli architetti più bravi del mondo hanno invitato il figlio della Regina a farsi un po’ più gli affari propri. Se poi ha qualcosa da ridire sui loro progetti, dicono, lo faccia usando i canali di comunicazione più appropriati e non abusando della sua posizione. Un attacco senza precedenti. Che arriva dalle star tra gli architetti mondiali: tra i firmatari ci sono i progettisti dello Stadio olimpico di Pechino e della Tate Modern di Londra, del Centre Pompidou di Parigi e del Guggenheim Museum a Bilbao. «Se il principe vuole commentare il disegno di alcuni dei nostri progetti – hanno fatto sapere dalle colonne del Sunday Times – lo invitiamo a farlo attraverso il normale processo di consultazione. È infatti essenziale in una democrazia moderna che giudizi privati e pressioni lobbistiche da parte del principe non vengano usate per deviare il corso di un progetto di pianificazione aperto e democratico che è tuttora in corso». Nella lettera si sottolinea inoltre che il consiglio comunale di Westminster ha già adattato e cambiato il progetto in risposta alle obiezioni presentate a seguito di un’ampia consultazione locale e che la commissione preposta è pronta a dare il suo verdetto finale sulla realizzazione del complesso.

Secondo i firmatari le dichiarazioni di Carlo sono quindi assolutamente inappropriate. «Il Principe sta praticamente dicendo che l’architetto Rogers dovrebbe essere licenziato – ha commentato ieri Richard Burdett, un altro firmatario della missiva – proprio lui che è una delle persone più impegnate a rendere più vivibili le nostre città. Carlo ha invece scritto una lettera ai reali del Qatar parlando più di storia che di architettura».

Erica Orsini

(la Redazione – 21/4/2009)

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