Si è arrabbiato Il Direttore de ” l’Arca” , e molto.
Ha inveito contro tutti coloro i quali non sanno apprezzare il lavoro di Renzo Piano, accusandoci (ci sentiamo parte in causa) di non onorarlo per quel che egli è : un eroe.
L’ Arch. Cesare M.Casati, probabilmente, ha una propria visione personale dell’eroismo, che noi rispettiamo pur non capendone appieno i criteri.
Certo, Piano ha una storia progettuale assolutamente importante, ma crediamo che innalzarlo ad eroe della cultura sia quantomeno esagerato. Forse, pur elargendo, giorno dopo giorno, pensieri e meditazioni sull’architettura, non riesce a sbarcare il lunario?
Piano è grande esecutore del particolare ma, caro Casati, l’architettura è linguaggio.
Dov’è quello di Piano? Dove sono le sue inverazioni spaziali? Che capacità espressive rintracciamo nei Suoi lavori?
L’unico architetto italiano a livello mondiale? Certo, ma di chi la colpa? Come mai l’architettura italiana non decolla? Eppure, moltissimi studenti leggono la Sua Rivista, anch’essa, a Vostra detta, mezzo di trasmissione culturale. Ma quale cultura? Forse quella dei Suoi editoriali? Forse quella della maggior parte degli articoli pubblicati? Forse…( fortemente dubitativo).
L’Italia non riesce ad esprimere architetti capaci? Ma come no! Tanti, e li si trova sa dove? Alle feste mondane.
Mi chiedo quale ruolo dovrebbero avere le Riviste come la Sua e, storicamente parlando, non si può fare a meno di credere che in esse si dovrebbe trovare il motore della cultura: il dibattito. Cerca…, cerca…, ma dove è?
NULLA, caro Casati, NULLA ed ancora NULLA!!
Riviste quale mezzo per farsi pubblicità, null’altro.
Non vi è interesse per la critica, annullata dal timore di mettersi qualcuno contro.
Ed allora, pastorizziamola questa cultura!
Quanto mi piacerebbe vedere tutti i direttori delle riviste confrontarsi tra di loro, con un pubblico che incalza senza soluzione di continuità. Quanto mi piacerebbe farvi dire dagli studenti d’architettura che tipo di profitto traggono dalla lettura delle riviste! Perché l’Arca non organizza, oltre le feste di compleanno, qualcosa che abbia attinenza con l’architettura? Sarebbe eroico mettersi in discussione, non crede…?
A tutt’oggi, gli unici eroi sono coloro i quali sanno di combattere una battaglia impari contro chi gestisce il potere pseudo culturale. Sono gli studenti che hanno voglia di capire a cosa li si vuole educare. Eroi senza piagnistei, al di dentro di un sistema che presenta loro l’affermazione professionale solo ed esclusivamente in veste di realizzazione economica. La cultura è altro.
Il carnevale continui pure ed i travestimenti abbiano seguito. Un solo consiglio : ricordateVi che dopo il carnevale arriverà la quaresima.
Fatela questa maledetta cultura! Non spacciatela.
Quello in cui operate è un mondo effimero, coadiuvato dal potere economico, dalle amicizie, un mondo che ha paura di confrontarsi, di scoprire la sua vera connotazione. In fondo, cosa importa se qualcuno scrive su di Voi? Basta annotarne il nome e tenerne conto affinché non venga mai pubblicato!
Sveglia, Casati! C’è anche chi l’architettura la intende per quel che è :arte, dunque cultura. Io non compro la Sua rivista, non m’interessa averne archivio, ma ne leggo gli articoli, e ciò mi basta. Ad onore del vero, leggo con interesse quanto scrive Carmelo Strano, di cui si intuisce la preparazione e, pur non condividendone in pieno il pensiero, credo potrebbe scrivere degli editoriali interessanti. Capito l’antifona?
Attendo una Sua reazione, violenta e veemente ma, che sia chiaro, esclusivamente in termini culturali. Il resto sarebbe spazzatura.
(Paolo G.L. Ferrara – 1/7/2000)
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