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Controrivista

Un Zermani vale bene… Goff, Johansen, Quaroni, etc…

<< Questo libro (…) è frutto di un lavoro intermittente durato più di trent’anni>>
Così Paolo Portoghesi introduce il Suo scritto “ I grandi architetti del novecento”
Molto bravo, indubbiamente; scrittore, critico, professore, architetto: ha fatto di tutto di più, consegnandoci testi interessanti da cui attingere per conoscere l’architettura, dal Suo punto di vista.
Per conoscerla, ma non per capirla.
Allora ha ritenuto giusto trovare il modo di attaccare chi, al contrario, ha cercato da sempre di spiegare l’architettura, di farcela leggere spazialmente. Portoghesi scrive quasi settecento pagine il cui fine ultimo è attaccare Bruno Zevi, per ridurlo a vecchio babbione oramai scleroticamente avviato alla confusione mentale totale.
Tutto ciò non è degno di un vero critico, di un vero studioso: lo è di un vendicatore, ancora memore dello scontro di trentatré anni orsono sulla questione Borrominiana.
Sparare a zero, senza spiegare, scandagliare e cercare di trovare contenuti culturali validi per stimolare chi legge a chiedersi come mai Zevi vedesse l’architettura diversamente da Portoghesi stesso. Comportamento da perfetto uomopolitico che, pur di vincere le elezioni, spara a zero per distruggere e mettere in berlina l’avversario.
Scrittore, critico,  professore, architetto: ma, di più di tutto,ha fatto il politico.
Allora, ci può anche stare che Paolo Zermani valga Bruce Goff , John Johansen e Ludovico Quaroni messi insieme. Si scrive di Zermani ma si tralasciano architetti che hanno realmente fatto la storia, nel bene e nel male.
Comunque sia, è tristemente buffo che si scrivano settecento pagine per attacare saltuariamente, ma costantemente, colui il quale è individuato quale nemico: Bruno Zevi.
Quel Bruno Zevi che non temeva i confronti di idee, né con Wright, né con Gropius, né con Le Corbusier, né con kahn, né con altri.
Peccato, perché Portoghesi ha indubbie capacità che potrebbe usare meglio di quanto non faccia, e che lo farebbero emergere per i contenuti qualitativi. Non avrebbe avuto bisogno di ingaggiare una lotta personale. Purtroppo per Portoghesi, impari.

(Paolo G.L. Ferrara – 30/6/2000)

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